Banca d’Italia Rapporto Annuale “L’economia della Campania”

Presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II è stato presentato il Rapporto Annuale “L’economia della Campania”, a cura di Banca d’Italia.

Nel 2015 si è arrestata la prolungata fase di flessione dell’attività economica che aveva caratterizzato l’economia campana a partire dal 2008. Secondo le stime di Prometeia, nel 2015 il prodotto regionale in termini reali è lievemente aumentato (0,3 per cento), sostenuto oltre che dalla ripresa della domanda estera anche da una contenuta espansione dei consumi e degli investimenti.

Sul finire del 2015 e nei primi mesi dell’anno in corso alcuni indicatori hanno tuttavia segnalato un’attenuazione della crescita, in connessione con l’acuirsi dell’incertezza sui mercati internazionali.

In Campania, le componenti produttive che hanno mostrato maggiore vitalità a partire dall’avvio della crisi si sono concentrate nei settori ad alta tecnologia e, soprattutto, in quello agro-alimentare.

L’occupazione, dopo un biennio di flessione, è aumentata nel 2015. Rimane molto elevato, sebbene in calo, il tasso di disoccupazione giovanile, a cui contribuisce anche una diffusione dell’istruzione universitaria inferiore alla media italiana.

In Campania il numero di giovani che si iscrivono all’università è più basso e, tra questi, è più alto il tasso di abbandono. Il divario nell’istruzione terziaria rispetto al resto del Paese si è acuito a partire dall’avvio della crisi, risentendo anche del più forte calo delle immatricolazioni.

I prestiti bancari sono aumentati solo per le imprese in condizioni economiche e patrimoniali equilibrate. Il processo di riequilibrio della struttura finanziaria è proseguito. Il leverage delle imprese campane ha continuato a ridursi, beneficiando sia della fuoriuscita dal mercato delle aziende più indebitate sia dell’apporto di nuovi mezzi patrimoniali.

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